martedì 5 luglio 2011

I Cani, Il Pan del Diavolo live @ Soluzioni Semplici festival 3- 07-2011





Terzo giorno per il Soluzioni Semplici festival, alla casa del Jazz a Roma, una location splendida per una manifestazione organizzata in maniera impeccabile, tutto si svolge all’aperto nei giardini della villa, si respira un’atmosfera tranquilla, si prospetta una bella serata estiva.
Sul palco oggi saliranno ben otto gruppi : The Jacqueries, Babalot, Carpacho!, Cat Claws, A Classic Education, Alessandra Celletti, i tanto chiacchierati I Cani e gli headliner Il Pan del Diavolo.
I concerti cominciano alle cinque ma ragazzi miei, io dovevo studiare, sono arrivata alle nove di sera, quindi mi dispiace per gli altri gruppi, forse un giorno ci rincontreremo e parlerò anche di voi.


L’attesa per il concerto dei Cani è altissima: folle di pariolini di diciotto anni e di radical chic senza radical si assiepano sotto il palco (ci sono le sedie, ma il pubblico se ne frega), tutti belli e profumati,  arrivano direttamente dall’aperitivo al Rione Monti (che è qui a due passi) con la loro aria da persone di un certo livello. Io li osservo incuriosita, voglio sentire cosa pensano mentre il concerto sta per iniziare. C’è chi si vanta di conoscere Niccolò (ovvero chi c’è veramente dietro I Cani), chi dice che “non è tanto per la musica, ma è per i testi che mi piacciono”, chi dice che sono la vera rivelazione di quest’anno, mentre un gruppo di ragazzi discute animatamente su quanto faccia cagare l’ultimo album degli Strokes ”Cioè, non fanno più l’indie rock di una volta…”.
Io me li guardo un po’ perplessa, mentre le luci si abbassano, I Cani entrano in scena con le buste in testa e iniziano a suonare. Dopo due minuti si fermano e se le tolgono, è tutto una messa in scena, quelli davanti a noi non sono I Cani. Immediatamente entrano sul palco i veri Cani, in altre parole Niccolò, che si posiziona alle tastiere.
La scaletta propone pezzi del loro primo album appena uscito (“ Il sorprendente album d’esordio dei Cani”) che hanno girato in rete per molto tempo, creando un passaparola che li ha resi famosi senza sapere nemmeno che facce avessero.
Si comincia, Niccolò si presenta così “Ciao, noi siamo I cani e corriamo il rischio di diventare autoreferenziali”. Il concerto inizia con “Le coppie”, e subito il pubblico intona tutti i versi a memoria, la graziosa “Wes Anderson” (che recita “vorrei vederti scendere dal treno al rallenty come un fil di Wes Anderson”). “I pariolini di 18 anni” è acclamatissima, quasi come “Velleità” (“gli artisti del Circolo alla Casa del Jazz” canta Niccolò) che chiude l’esibizione del gruppo(?) romano.
Questo è stato il secondo live della loro carriera e si sente, manca d’incisività, secondo me. I cani sicuramente hanno altre carte vincenti (come i testi) sono stati in grado di vendersi in maniera esemplare, ma una volta usciti allo scoperto, toltisi la maschera (o busta, meglio) sono uscite fuori le magagne. 



Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo, ovvero Il Pan del Diavolo, entrano sul palco una mezz’ora dopo I Cani,oltre il cambio di scena c’è un cambio di pubblico, io mi metto in prima fila, davanti alla grancassa a sonagli di Alessandro.

Il duo siciliano ci regala un live trascinante a cominciare da “Coltiverò l'ortica” che apre la scaletta, le meravigliose imprese virtuosistiche di Bartolo nel riff di “Pertanto”, addirittura l’aggiunta per alcuni pezzi di Moltheni come batterista con una camicia fantasia “tenda- di- mia- nonna” .Dal vivo danno una carica pazzesca, io mi lascio andare e comincio a battere le mani a tempo, mentre la testa penzola a destra e manca scoordinatissima. Il rimbombo della grancassa mi arriva in petto, in pezzi come “Centauro”, “Il Boom”.  Dal pubblico c’e chi grida un “Uiiii- ah” come si grida ai cavalli dei film western sul brano “Stile Roberto il maledetto” (quante volte avrei voluto farlo anch’io mentre ascoltavo la canzone!) mentre alcuni ragazzi a fianco a me danno sfoggio di air guitar su “I fiori”.

Sul più bello però, il concerto viene troncato, si è sforato con i tempi, i due siciliani sono costretti a lasciare il palco.

Un ragazzo urla a gran voce “Non mi avete fatto Africaaaa!”, ma niente da fare.

Tutti si avvicinano a fianco del palco a stringere la mano ai due per complimentarsi, quando arriva il ragazzo di prima che urlava, va dai due e chiede di nuovo di “Africa”.

I due siciliani si guardano. Gianluca va riprendere la chitarra sul palco e ci regalano da dietro le transenne, una versione unplugged della splendida canzone, cantata in duetto con il giovane.










Nessun commento:

Posta un commento