sabato 21 maggio 2011

Criminal Jokers - This was supposed to be the future (2010)



Quando vidi per la prima volta live questo gruppo, fu totalmente una coincidenza, al “Dimmidisi” di San Lorenzo (Roma), l’anno scorso, all’interno della serata de “La tua fottuta musica alternativa”.
Appena saliti sul palco, pensai: “Ma dove cazzo è il cantante e perché hanno messo la batteria davanti e perché diamine manca il pedale!”, già mi stavo innervosendo.
Due secondi dopo l’arcano fu svelato. Il cantante dei Criminal è anche il batterista e per la foga con cui picchia, suona in piedi. Quando aprì bocca, rimasi folgorata, una voce che non ti aspetti, alla Brian Molko dei Placebo, bellissima.
Poi notai un'altra cosa. La sua maglietta con Biancaneve. La desidero ardentemente da quando gliel’ho vista addosso.

I Criminal Jokers sono tre ragazzi poco più che ventenni di Pisa, figliocci di Andrea Appino dei Zen Circus che ha prodotto questo album d’esordio.
Sono cresciuti tanto da quando li ho visti la prima volta, più consci del loro talento e sempre più bravi nei live, visto che da quella prima volta al “Dimmidisi” li ho visti un fottio di volte, posso dire che questo album l’ho conosciuto unicamente ai live a poco a poco.
“This was supposed to be the future” è un album folk, con attitudine punk, che sfocia quasi nell’irruenza del grunge, insomma ‘sti qua c’hanno il pepe al culo ( “No salvation” , “This was supposed to be the future”), ma hanno anche una vena più melodica (“Killer” o la ballad folk “Song for  lovers”) .
Sentirete parlare di loro, ne sono convinta.

Questo è lo schizzo fatto a Francesco Motta ,sulla mia agenda durante il concerto al Traffic, il 2 aprile scorso:






                                                                                                                               




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