domenica 22 maggio 2011

Afterhours – Germi (1995)


Ci  sono album che ti entrano dentro e non ti mollano più, che segnano gli anni migliori della tua vita, che ogni volta che li rimetti nel lettore cd non sono invecchiati di un giorno. Le  emozioni che ti ricordano ti sanno di nostalgia, ricordi di estati ad ubriacarsi di vino in campeggio e avventure amorose tragiche, a quei tempi, che ora ricordi con un sorrisetto sulle labbra.
Gli Afterhours sono stati il gruppo della mia adolescenza ( che credo non finirà mai, visto la mia passione per i fumetti) e a distanza di sedici anni da questo loro lavoro ( a cui ne sono susseguiti ben altri cinque), rimane in assoluto per me il loro disco migliore, molto più dell’acclamato “ Hai paura del buio?”.

Germi” è il primo album in italiano dopo “Pop kills your soul”, pubblicato dalla  Vox Pop, storica etichetta discografica di gruppi come Prozac + degli esordi.
L’immediatezza dei testi si sposa perfettamente col modo di suonare, ricco di chitarre distorte e riff potenti, un album concepito con un’urgenza di espressione tanto cara ai gruppi esordienti, priva di fronzoli.
L’egoismo di Manuel Agnelli diventa universale, meraviglioso,  affascinante.

Già dalla prima canzone si capisce subito che non si scherza: il ritornello di “Germi” recita così “Inocula, il mio germe, forse se smetto di respirare, se ne va via da sé, cos’è, si riproduce e vive in me”, poi si riprende fiato con le più lente (ma non meno intense) “Plastilina” e “Dentro Marilyn” che esplode nel ritornello.
Poi di nuovo giù pesi con “Giovane coglione” e “Siete proprio dei pulcini”e ancora di nuovo lenti con “Ossigeno”, insomma, un continuo su e giù di adrenalina che ti manda ai pazzi.
L’album si chiude con “Strategie”, la bellissima “Pop” ( versione in italiano di “Pop kills your soul”, come la già citata “Ossigeno” di “Oxygen”, presenti entrambe sul disco precedente) e addirittura non si fanno mancare una cover di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano, talmente riuscita da sembrare un pezzo degli After ante litteram.

Questo è un album che una volta messo play ascolti fino alla fine, in apnea per quattrordici canzoni.

Pochi album sanno darti tanto e “Germi” è uno di questi.






3 commenti:

  1. condivido ogni singola parola, adoro quest'album!

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  2. grazie. voglio il commento su Brondi.

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  3. XD
    meglio che io non m'esprima...

    "ma che minchia saranno mai sti incubi dei pesci rossi?!" (cit.)

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