“ognuno
è libero di entrare nel suo medioevo”
Il testamento è
il primo disco solista di Andrea Appino, chitarrista e penna dei
pisani Zen Circus.
E'
uscito il 4 Marzo scorso e si avvale della collaborazione di Giulio
Favero e Franz Valente, ovvero la sezione ritmica del Teatro degli Orrori .
Il
disco si carica di un forte impatto emotivo : l'esperienza si fa tale
raccontandola, e il giovane Appino tira fuori coraggio e ironia,
raccontandoci la sua storia personale e quella di un paese
autolesionista e ridicolo come questo.
C'è
puzza di cantautorato, ma in veste originale, a cominciare dalla
titletrack Il testamento
che
si apre con un intro di violini, come un requiem. Nel testo Appino
fa il punto della situazione della sua vita e si dichiara soddisfatto
a tal punto di essere felice di passare a miglior vita, Je ne regrette rien ci urla a noi cacasotto patologici. E qui già si fa
immediatamente chiara la direzione che prenderà un album del genere.
Passaporto parla
del tempo che sfugge, che non ci lascia il tempo di viaggiare,
“ognuno è
libero di entrare nel suo medioevo”
dice la cupissima Lo
specchio dell'anima,
fino alla bellissima La
festa della liberazione ispirata
a Desolation Row di Bob Dylan ( e potremmo metterci anche Via della povertà
di Fabrizio de Andrè ) che ha un testo talmente bello che mi fa
invidia, perché sotto sotto avrei voluto scriverlo io, ti
mette a disagio per quanto è vero in certi versi, e si conclude con
l'incubo di tutti noi giovani, quello di diventare come i nostri
vecchi, segnando inesorabilmente la nostra sconfitta verso il
sistema, portandoci alla consapevolezza che la nostra è stata solo
una rivolta, e non una rivoluzione.
Solo
gli stronzi muoiono è
una frase del regista scomparso Mario Monicelli , a cui Appino ha
dedicato questo album. Il significato dietro questa esternazione è
questo: per lasciare un buon ricordo su questa terra devi aver fatto
qualcosa di significativo, tutti gli altri che non valgono niente
(gli stronzi) muoiono senza lasciar traccia del loro passaggio.
Questo è il leitmotiv del disco, ed ecco perché un titolo così
forte come Il
testamento ,
c'è la speranza di aver centrato un bersaglio nella vita.
Un album forte, senza
peli sulla lingua, selvaggio e nero. Una liberazione totale, una
messa a nudo come se ne sono viste poche.
Praticamente un
capolavoro.
Tracklist
- Il testamento
- Che il lupo cattivo vegli su di te
- Passaporto
- Lo specchio dell'anima
- Fuoco!
- La festa della liberazione
- Questione d'orario
- Fiume padre
- Solo gli stronzi muoiono
- I giorni della merla
- Tre ponti
- Godi (adesso che puoi)
- Schizofrenia
- 1983
Brani “WOW”
Il testamento/Passaporto/La festa della
liberazione
Voto
@@@@/@@@@@
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