martedì 3 settembre 2013

Si scrive “kuTso” , si legge “Cazzo”: Intervista ai Kutso

I kuTso: da sinistra Donatello Giorgi (chitarra), Simone Bravi (batteria), Matteo Gabbianelli (voce), Luca Amendola (basso)


(Risponde il cantante Matteo Gabbianelli)


Salve kuTso. Parlatemi del vostro disco “Decadendo (su un materasso sporco)” Perché questo titolo? Quali sono le tematiche? 

Il leitmotiv di “Decadendo” è la contemplazione del baratro che mi trovo di fronte ogni giorno della mia esistenza e l'attrazione innata che ho verso il buio della fine. Questa tendenza mortifera viene congelata dall'autoironia che mi porta a sorridere più che piangere e dal sarcasmo che scaturisce dalla mia convinzione dell'inutilità del Tutto, anche della morte stessa.

Nel disco ci sono pezzi che sono già usciti, che cosa avete cambiato?

I brani sono stati tutti remissati e rimasterizzati; in alcuni di essi abbiamo aggiunto delle chitarre qua e là e ho ricantato qualche parte.

La cover di Decadendo (su un materasso sporco)

Siete in giro da parecchio con il vostro “Perpetuo tour”, com’è stato suonare insieme a gruppi come Ministri, Nobraino, Samuel dei Subsonica, Piotta e Marta Sui Tubi? Tra questi gruppi ce n’è qualcuno a cui siete legati di più?

Questa tranche estiva del Perpetuo Tour è stata molto proficua dal punto di vista della visibilità, infatti proprio le aperture agli artisti che hai citato insieme all'inserimento della nostra band in festival e contesti ampi e ben promossi ci ha permesso di allargare notevolmente il nostro pubblico. Ci siamo trovati benissimo con tutte le band con cui abbiamo condiviso il palco; in particolare con i Nobraino c'è un'amicizia e stima reciproca che dura da molto e che ci ha uniti non solo artisticamente. Sono inoltre rimasto colpito dalla disponibilità e dall'”umanità” per nulla intaccata dal successo di Samuel dei Subsonica, il quale ci ha mostrato più volte la sua stima e vicinanza.

Nei vostri testi c’è molta ironia, ma allo stesso tempo sotto si nasconde una massiccia dose di malinconia. Da dove deriva questo senso di nostalgia? C’è comunque una forte dose di provocazione, giusto? Penso a “Via dal mondo” o “Questa società”, per esempio

Si tratta più di sarcasmo che di ironia come ho scritto precedentemente. La malinconia è una costante della mia vita, come anche l'ansia, ma è totalmente assente nelle nostre canzoni la nostalgia per un passato che non c'è più. Noi viviamo nel e per il presente. Per quanto riguarda la provocazione invece, essa è solo un modo per comunicare alla pari con l'ascoltatore e per invitarlo ad eliminare il filtro della diffidenza sgombrando la mente da remore e paure.

Fate dei video davvero sopra le righe, per citare il più recente “Marzia”, dove siete impegnati in uno strambo car wash. Ma come vi vengono in mente certe idee per i vostri videoclip? 
I nostri video vogliono essere dirompenti, repentini, vorticosi, curiosi e soprattutto con un montaggio aderente al ritmo musicale dei nostri brani, non raccontiamo delle storie, non comunichiamo dei concetti, bensì cerchiamo di provocare nello spettatore/ascoltatore delle sensazioni attraverso immagini che si susseguono per analogia e non per senso.

I kuTso in tutta la loro beltà sul set del video di "Marzia"

Com’è nata l’idea di fare un video con i “The Pills” per il video di “Lo sanno tutti”?

È stata un'idea di “Polimorfo” che ha prodotto il nostro video. Quando ci siamo incontrati con i The Pills sul set del video è stato molto divertente anche perché in quell'occasione abbiamo scoperto che ci conoscevamo già da molti anni, essendo loro degli ex musicisti che suonavano nella nostra stessa sala prove.

Vi ho visto live la prima volta quest’anno, devo dire che mi avete colpito. Siete molto coinvolgenti e instaurate un rapporto diretto col pubblico. La domanda è: il chitarrista Donatello, dove l’ha trovato il costume da matador? Non riesco a togliermelo dalla testa.

Donatello Giorgi il nostro chitarrista perde molto tempo e soldi per trovare ogni volta un'idea “costumistica” nuova e accattivante, che piaccia alle nuove generazioni.

Grazie ragazzi, in bocca al lupo per tutto, siete grandi.

Grazie a te, cara.



 

Marzia


Lo sanno tutti