domenica 24 marzo 2013

Appino – Il testamento (2013)


ognuno è libero di entrare nel suo medioevo”


Il testamento è il primo disco solista di Andrea Appino, chitarrista e penna dei pisani Zen Circus.
E' uscito il 4 Marzo scorso e si avvale della collaborazione di Giulio Favero e Franz Valente, ovvero la sezione ritmica del Teatro degli Orrori .
Il disco si carica di un forte impatto emotivo : l'esperienza si fa tale raccontandola, e il giovane Appino tira fuori coraggio e ironia, raccontandoci la sua storia personale e quella di un paese autolesionista e ridicolo come questo.
C'è puzza di cantautorato, ma in veste originale, a cominciare dalla titletrack Il testamento che si apre con un intro di violini, come un requiem. Nel testo Appino fa il punto della situazione della sua vita e si dichiara soddisfatto a tal punto di essere felice di passare a miglior vita, Je ne regrette rien ci urla a noi cacasotto patologici. E qui già si fa immediatamente chiara la direzione che prenderà un album del genere. Passaporto parla del tempo che sfugge, che non ci lascia il tempo di viaggiare, “ognuno è libero di entrare nel suo medioevo” dice la cupissima Lo specchio dell'anima, fino alla bellissima La festa della liberazione ispirata a Desolation Row di Bob Dylan ( e potremmo metterci anche Via della povertà di Fabrizio de Andrè ) che ha un testo talmente bello che mi fa invidia, perché sotto sotto avrei voluto scriverlo io, ti mette a disagio per quanto è vero in certi versi, e si conclude con l'incubo di tutti noi giovani, quello di diventare come i nostri vecchi, segnando inesorabilmente la nostra sconfitta verso il sistema, portandoci alla consapevolezza che la nostra è stata solo una rivolta, e non una rivoluzione.
Solo gli stronzi muoiono è una frase del regista scomparso Mario Monicelli , a cui Appino ha dedicato questo album. Il significato dietro questa esternazione è questo: per lasciare un buon ricordo su questa terra devi aver fatto qualcosa di significativo, tutti gli altri che non valgono niente (gli stronzi) muoiono senza lasciar traccia del loro passaggio. Questo è il leitmotiv del disco, ed ecco perché un titolo così forte come Il testamento , c'è la speranza di aver centrato un bersaglio nella vita.
Un album forte, senza peli sulla lingua, selvaggio e nero. Una liberazione totale, una messa a nudo come se ne sono viste poche.
Praticamente un capolavoro.

 
Tracklist

  • Il testamento
  • Che il lupo cattivo vegli su di te
  • Passaporto
  • Lo specchio dell'anima
  • Fuoco!
  • La festa della liberazione
  • Questione d'orario
  • Fiume padre
  • Solo gli stronzi muoiono
  • I giorni della merla
  • Tre ponti
  • Godi (adesso che puoi)
  • Schizofrenia
  • 1983


Brani “WOW”

Il testamento/Passaporto/La festa della liberazione

Voto

@@@@/@@@@@