martedì 24 maggio 2011

The Zen Circus - Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo (2005)



Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo”, suona come un disco più maturo rispetto al lavoro precedente, “ Doctor Seduction”, caratterizzato da sonorità elettro pop che strizzano gli occhi ai Beach Boys.
Affiorano i primi pezzi scritti in italiano come “L’inganno”, “L’amico immaginario” fino alla sorprendente “Fino a spaccarti due o tre denti”, con un testo che regala immagini forti, ed escono fuori, l’ironia e l’autoperculamento che diventerà il leitmotiv del trio toscano.
Ma non è finito tutto : nel disco ci sono anche pezzi strambi come “I baNbini sono pazzi”, cantato alla Rocky Roberts ( “Staaasera mi butto, stasera mi butto, mi butto con te”, per intenderci) o “Les poches sont vides les gens sont fous” cantato in un francese  imbastardito e, udite udite, pure due ballad “A kind of pop Lullaby” (che diventerà “Punk” in “Villa Inferno”) e “Summer of love”.
Particolare il brano “Aprirò un bar”, una sorta di indie- proletario, intriso di provincialismo che ritornerà prepotente in “Andate tutti Affanculo”.
È un album complesso, quasi indefinibile, pieno di spunti, che portò il gruppo quasi al punto di mollare tutto.
L’importante è la determinazione,  gli Zen resistono e l’anno dopo pubblicano “Villa Inferno” insieme a Brian Ritchie, bassista dei Violent Femmes, che li consacrerà come una della realtà più importanti del panorama alternativo italiano.
Insomma,  “Nello Scarpellini”  è un album acerbo, ma che getta le basi per gli Zen che verranno ed è assolutamente fondamentale per comprendere a fondo il percorso musicale evolutivo di questo gruppo.




domenica 22 maggio 2011

Afterhours – Germi (1995)


Ci  sono album che ti entrano dentro e non ti mollano più, che segnano gli anni migliori della tua vita, che ogni volta che li rimetti nel lettore cd non sono invecchiati di un giorno. Le  emozioni che ti ricordano ti sanno di nostalgia, ricordi di estati ad ubriacarsi di vino in campeggio e avventure amorose tragiche, a quei tempi, che ora ricordi con un sorrisetto sulle labbra.
Gli Afterhours sono stati il gruppo della mia adolescenza ( che credo non finirà mai, visto la mia passione per i fumetti) e a distanza di sedici anni da questo loro lavoro ( a cui ne sono susseguiti ben altri cinque), rimane in assoluto per me il loro disco migliore, molto più dell’acclamato “ Hai paura del buio?”.

Germi” è il primo album in italiano dopo “Pop kills your soul”, pubblicato dalla  Vox Pop, storica etichetta discografica di gruppi come Prozac + degli esordi.
L’immediatezza dei testi si sposa perfettamente col modo di suonare, ricco di chitarre distorte e riff potenti, un album concepito con un’urgenza di espressione tanto cara ai gruppi esordienti, priva di fronzoli.
L’egoismo di Manuel Agnelli diventa universale, meraviglioso,  affascinante.

Già dalla prima canzone si capisce subito che non si scherza: il ritornello di “Germi” recita così “Inocula, il mio germe, forse se smetto di respirare, se ne va via da sé, cos’è, si riproduce e vive in me”, poi si riprende fiato con le più lente (ma non meno intense) “Plastilina” e “Dentro Marilyn” che esplode nel ritornello.
Poi di nuovo giù pesi con “Giovane coglione” e “Siete proprio dei pulcini”e ancora di nuovo lenti con “Ossigeno”, insomma, un continuo su e giù di adrenalina che ti manda ai pazzi.
L’album si chiude con “Strategie”, la bellissima “Pop” ( versione in italiano di “Pop kills your soul”, come la già citata “Ossigeno” di “Oxygen”, presenti entrambe sul disco precedente) e addirittura non si fanno mancare una cover di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano, talmente riuscita da sembrare un pezzo degli After ante litteram.

Questo è un album che una volta messo play ascolti fino alla fine, in apnea per quattrordici canzoni.

Pochi album sanno darti tanto e “Germi” è uno di questi.






sabato 21 maggio 2011

Nada – Vamp (2011)



Vamp” esce a quattro anni di distanza da “Luna in piena” prodotto da Max Fusaroli con la collaborazione di gruppi giovani come Ardecore e Zen Circus, con i quali Nada sarà in tour tutta l’estate ( il tour è iniziato il 19 Maggio al “The Cage” di Livorno, per tutte le date http://www.locusta.net/ ).
L’artista livornese è autrice dei testi, scritti in maniera impeccabile, delicati e ricercati, che rinviano ad atmosfere gitane (“Sirena”), più intime e raccolte (“La febbre della sera”), o chiaroveggenti come in “L’elettricità” in cui si parla del nucleare che avanza, parole che si fondono perfettamente con la sua straordinaria voce.
Canzoni a un primo ascolto leggerine, ma non da sottovalutare.

Questo è una schizzo fatto a Nada durante la presentazione del disco alla Fnac di Porta di Roma.
Con annesso autografo.










Criminal Jokers - This was supposed to be the future (2010)



Quando vidi per la prima volta live questo gruppo, fu totalmente una coincidenza, al “Dimmidisi” di San Lorenzo (Roma), l’anno scorso, all’interno della serata de “La tua fottuta musica alternativa”.
Appena saliti sul palco, pensai: “Ma dove cazzo è il cantante e perché hanno messo la batteria davanti e perché diamine manca il pedale!”, già mi stavo innervosendo.
Due secondi dopo l’arcano fu svelato. Il cantante dei Criminal è anche il batterista e per la foga con cui picchia, suona in piedi. Quando aprì bocca, rimasi folgorata, una voce che non ti aspetti, alla Brian Molko dei Placebo, bellissima.
Poi notai un'altra cosa. La sua maglietta con Biancaneve. La desidero ardentemente da quando gliel’ho vista addosso.

I Criminal Jokers sono tre ragazzi poco più che ventenni di Pisa, figliocci di Andrea Appino dei Zen Circus che ha prodotto questo album d’esordio.
Sono cresciuti tanto da quando li ho visti la prima volta, più consci del loro talento e sempre più bravi nei live, visto che da quella prima volta al “Dimmidisi” li ho visti un fottio di volte, posso dire che questo album l’ho conosciuto unicamente ai live a poco a poco.
“This was supposed to be the future” è un album folk, con attitudine punk, che sfocia quasi nell’irruenza del grunge, insomma ‘sti qua c’hanno il pepe al culo ( “No salvation” , “This was supposed to be the future”), ma hanno anche una vena più melodica (“Killer” o la ballad folk “Song for  lovers”) .
Sentirete parlare di loro, ne sono convinta.

Questo è lo schizzo fatto a Francesco Motta ,sulla mia agenda durante il concerto al Traffic, il 2 aprile scorso:






                                                                                                                               




venerdì 20 maggio 2011

Il Pan del Diavolo – Sono all’osso (2010)






Il Pan del Diavolo sono un duo siciliano formato da Alessandro Alosi  e Gianluca Bartolo, “Sono all’osso” è il loro album di debutto che segue l’Ep di esordio.
Sono solo due chitarre acustiche e una grancassa con sonagli, ma fanno un gran casino, un folk cantato di bile, con venature blues.
Nei loro testi c’è la vita, cantata (o urlata, meglio) emozioni forti unite ad immagini oniriche ,una grinta trascinante che riescono a trasmettere anche nei loro live.
I due siciliani hanno  appena terminato una parentesi di tour insieme ai Criminal Jokers (la “Pan del diavolo band”.
Da segnalare la collaborazione con i Zen Circus per il brano “Bomba nel cuore” che ti fa venire la tachicardia a mille unita allo scapocciamento selvaggio.
Sono giovani, ma sanno quello che fanno.
Sicuramente una delle migliori nuove band del panorama indipendente.
Non lasciateveli sfuggire.




giovedì 19 maggio 2011

The Zen Circus - Andate tutti Affanculo (2009)




Ricordi media store, un pomeriggio freddo di Febbraio:
“Buonasera, avete l’ultimo cd dei Zen Circus, Andate tutti Affanculo?”
“Come , scusi”
“Zen Circus, Andate tutti Affanculo”
“Un attimo, controllo sul computer…allora, Zen..”
“Circus”
“Mhm…” (la commessa si gratta la testa come a dire “ e chi cazzo sono”) “Andate tutti…”
“Affanculo”
Mi guarda incredula e allora scandisco  per benino.
“A-F-F-A-N-C-U-L-O”
“Ho capito, ho capito. Ah, eccolo. Ma pensa te, esiste un album con un titolo del genere, pensavo stesse scherzando signorina”.

Gli Zen Circus sono tre toscanacci di Pisa, Appino, Ufo e Karim Qqru, che vanno in giro da dieci anni a rompere i coglioni a suon di live ( l’anno scorso hanno fatto 140 date in tutta Italia).
Andate tutti Affanculo” è il loro primo lavoro totalmente scritto in italiano, uscito ormai due anni fa.
Dieci canzoni che ti fanno saltare dalla sedia e t’innervosiscono, perché dietro ogni pezzo sai che in  fondo stanno parlando anche di te.

Pochi gruppi giovani in Italia scrivono di pancia quello che sentono , pochi si incazzano tanto da denunciare il degrado soprattutto umano di questo sporco paese.
L’impressione che ho avuto quando ho ascoltato il disco la prima volta è stata “Cazzo, anch' io lo penso!” (vedi “Gente di merda”o anche la title track “Andate tutti Affanculo”), tutto permeato da un immaginario che proviene dalla provincia ( “Ragazza Eroina” e “Amico Mio”).
Da segnalare la presenza della voce di Nada in “Vuoti a perdere”con cui i tre toscani sono in tour (insieme al giovine Francesco Motta dei Criminal Jokers) a promuovere "Vamp"il nuovo disco dell’artista livornese.

Proprio durante un live agli studi di via Asiago a Roma in cui Nada registrava con gli Zen un concerto per la radio ho avuto l’occasione di conoscere Andrea Appino, il cantante e chitarrista,  cui ho fatto un ritratto a fumetti qualche tempo fa.Questo :



e sono riuscita anche a strappargli un autografo :



             


Ci si vede ad Ottobre con il nuovo disco “Nati per subire"




                                                                         

 

mercoledì 18 maggio 2011

Giorgio Canali e Rossofuoco – Nostra signora della dinamite (2009)


L’altro giorno ero sul tram (il 19) per andare all’Università. Stavo sentendo l’ultimo album di Canali , avevo sentito qualche canzone di sfuggita, mi aveva colpito e senza troppa fatica era entrato nell’olimpo delle persone interessanti verso cui gravito.
Mentre ero sul tram, cominciai a occuparmi meno di quello che succedeva intorno e mi concentrai su quello che stavo ascoltando,sulle parole,dimenticandomi dove fossi.
Sentii “Tutti gli uomini”.
Mi sembrava che ogni frase parlasse di me, e se i versi non mi sembravano diretti a me , mi autosuggestionavo, diventando la donna di cui cantava il buon vecchio Canali.
Iniziai ad avere gli occhi lucidi e poi non so, sarà stata la sindrome pre-mestruale o che cazzo ne so, iniziai a piagnucolare.
E quando aprii gli occhi, mi accorsi che nessuno mi guardava.
Avevo pianto nel pieno dell’indifferenza.

La voce di Canali, unita a una ricercatezza nel comporre i testi da far invidia ai migliori cantautori (Lezioni di Poesia) ti arriva addosso come una fucilata in pieno petto, fino quasi a straziarti (Nuvole senza Messico) con citazioni ad ogni strofa ( come nella già citata “Tutti gli uomini” in cui si invoca il “Love will tear us apart” dei Joy Division) , tutto condito da un irresistibile carisma.
Il passato da ex CSI si sente, ma tutto convoglia in  una formula personale che lo allontana dall’incubo Ferretti.
Oggi lo possiamo annoverare in veste di produttore delle nuove leve della musica alternativa come Vasco Brondi ( ovvero Le Luci della Centrale elettrica) o in quella di collaboratore di molti gruppi italiani come Bugo, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marlene Kuntz, Zen Circus per citarne alcuni.
Il Rock non è morto , e con Canali è più vivo che mai.
E brucia.
È cattivo.
Fa male.
Ti fa urlare e piangere insieme e neanche te ne rendi conto.
Ti fa persino piagnucolare sul tram.
Un album consigliatissimo, che ti entra dentro, senza neanche chiederti il permesso.

martedì 17 maggio 2011

Bologna Violenta



Venerdì 6 Maggio 2011 mi trovavo al Mads di San Lorenzo (Roma) alla Tua Fottuta Musica Alternativa.
Ero fuori con i miei amici, mentre aspettavo di entrare.
Dopo essere stata riconosciuta da Francesco Motta dei Criminal Jokers (“Eh ma tu sei quella che disegna, mi ricordo di te quando si parlava alla Fnac con l’Appino” ) ed essere arrossita , incontrai un ragazzo, amico del ragazzo di una mia amica.
Mi disse che alla Locanda Atlantide (in pratica dietro al Mads ) quella sera stessa avrebbe suonato Nicola Manzan ovvero Bologna Violenta.
“No porca vacca”, pensai “tutto stasera no”.
L’amico di amici mi disse di andare con lui. Io non lo conoscevo, insomma mai fidarsi degli sconosciuti è da sempre il consiglio di ogni buon genitore.
“Niente, no grazie preferisco restare qui al Mads, nel caso ti raggiungo” (= addio non ci rivedremo mai  più).
Entro al Mads e mi godo live Motta, chitarra e voce, una meraviglia.
Poi mi prende una botta di matto.
Non  potevo più restare li dentro sapendo che Manzan era dall’altra parte della strada.
Saluto i miei amici, e corro alla Locanda.
Corro a perdifiato e arrivo lì davanti, e chi ti becco, proprio lui che stava fumando.
Io tutta sudaticcia gli faccio“ Ciao”. Lui risponde sorridendo “Ciao”.

Vado all’entrata del locale. 7 euri.

Guardo il portafoglio e non c’era un solo centesimo.
Vaffanculo, non si entra senza pagare.

Esco dal locale triste. È stato tutto vano. Devo tornare al Mads.

Per strada incontro un amico dell’Università.
“Mario, che cazzo ci fai qui?”
“Vado a vedere Bologna Violenta, ho appena pagato, mi hanno fatto il timbro”.
Pensai “ Cavolo qui bisogna inventarsi qualcosa, io voglio assolutamente vedere il concerto”.

E li arrivò il colpo di genio.

Presi una bic nera e scarabocchiai sul mio polso un timbro simile al suo. Entrammo insieme nel locale semi buio, feci vedere il mio falso-timbro al tizio all’entrata e mi fece passare.

Ebbene sì, gliel’ho fatta.

E così mi vidi i Bologna Violenta, alias Nicola Manzan.